Il primo studioso a individuare diversi parametri per definire un’occlusione corretta fu Andrews che, negli anni 70, osservando i modelli in gesso di 120 soggetti non trattati ortodonticamente, individuò sei parametri principali che definì “chiavi” dell’occlusione; le sei chiavi costituiscono ancora oggi uno dei principali criteri con cui l’ortodontista esamina i pazienti, e sono:
– 1° Chiave, “Rapporto interarcata”: la prima delle sei chiavi è definita dal corretto contatto tra i denti dell’arcata superiore e quelli dell’arcata inferiore, in particolare dal contatto tra primo molare superiore e primo e secondo molare inferiore, e dal contatto del canino superiore con il canino e il primo premolare inferiore. Il rapporto interarcata può essere di classe I, II, o III.
– 2° e 3° Chiave, “Angolazione e Inclinazione delle corone”: l’Autore indica quale angolazione e inclinazione devono avere le singole corone dei denti.
– 4° Chiave, “Rotazione delle corone”: si sottolinea che i denti in non devono presentare rotazioni, ad eccezione dei molari.
– 5° Chiave, “Punti di contatto”: l’occlusione ideale deve essere caratterizzata da punti di contatto molto serrati, al fine di evitare spaziature.
– 6° Chiave, “Piano occlusale”: Il piano occlusale deve esserepiano o può essere presente una leggera curvatura all’arcata inferiore “curva di Spee”.
Tuttavia lamalocclusione, non si limita a definire solo la posizione dentaria, ma anche quella delle basi ossee, ovvero della mascella e della mandibola.
Le malocclusioni non sono considerate vere e proprie patologie, ma disordini con eziologia multifattoriale. Possono essere varie le cause di una malocclusione, e un ruolo molto importante è rivestito sia dalla componente genetica che dalla funzione.